VER – CON 2002

VER – CON 2002

 

Impressioni di un veterano “de guera”

Tornare a Verona per me è come fare un tuffo nel passato e mi viene subito spontaneo il paragone tra le prime Convèntion (1984, ecc.) e le ultime. All’inizio infatti le Convèntion erano totalmente diverse.

Le disponibilità economiche di noi giocatori erano più modeste e si cercavano soluzioni che risolvessero anche questo problema, come il mitico “Ente Corsi”, una sorta di collegio tenuto da religiosi che al prezzo di una accoglienza molto, ma molto, francescana, ma all’epoca non si badava a questi particolari, permetteva di giocare, mangiare e dormire sempre nella stessa struttura. In pratica non si dormiva mai perché, lasciata sgombra a mezzanotte, la grande sala dei giochi, poi ci si infrattava come carbonari, a giocare in ogni angolo o stanza lasciata socchiusa. Praticamente non si chiudeva occhio per tre giorni, e il 99° per cento giocavano a boardgames storici.

Storie d’altri tempi.

Tornando ad oggi, sono stato sorpreso all’arrivo dalla nuovissima stazione ferroviaria, ora molto moderna ed efficiente.

Anche la sede della VerCon risente del cambiamento dei tempi, Si è passati dal salone prospicente l’Arena dell’edizione ’84, bello ma sovraffollato, ai grandi spazi funzionali e ben attrezzati nei servizi del padiglione della Fiera. In tale spazio non si notava la grande moltitudine di partecipanti che, lo stesso Nando Ferrari ha ammesso, con un respiro di sollievo, essere molto superiore alle sue aspettative.

Sì!….. certamente il boardgame storico (partite di tipo napoleonico o II WW tanto per intenderci), è in forte crisi, ma il gioco di simulazione è comunque, in potente ascesa.

La manifestazione anzi si sta allargando anche a tutti i giochi da tavolo.

Vi erano tavoli per dama cinese, backgammon e scacchi, anzi la federazione scacchistica era presente in forze con campioni italiani che tenevano fino a 20 partite in simultanea.

Vi erano enormi piste per corse di auto elettriche….., una pista di Formula-dè grande come due tavoli da ping-pong e un poligono di tiro per armi soft-hair di cui c’era uno stand con ogni tipo di equipaggiamento stile Gulf-Strike. Fragorose erano alcune dimostrazioni di “spada cortese” molto belle anche per l’accuratezza dei costumi rinascimentali.

Impressionante la percentuale dei fantasy, sia come tridimensionali che come board game che come role-play.

I tridimensionali riempivano intere batterie di tavoli con miriadi di ragazzi gasati e molto combattivi.

I partecipanti GdR come al solito riempivano gli angoli di recite a soggetto di personaggi abbigliati con gli abiti più strani.

Per chi era sprovvisto di costume, o scarso di accessori, i numerosi stand offrivano ampia scelta di prodotti, euro permettendo…..

Si è svolto anche un grosso torneo di Risiko.

Di board game storici ne ho visti pochi. A parte il solito torneo di ASL e di Path of glory, ho visto un Axis and Allies grande come un tavolo da ping-pong, e uno di Napoleon last battles.

Una menzione a parte, merita l’estremamente scenografico torneo di Battle Cry organizzato da un club lombardo. Quelli del club erano tutti in “complete” divise storiche nordiste o sudiste (comprese le 2 ragazze entrambe giovani e molto ma molto carine.).

Queste, avranno avuto sui 19/20 anni, La morettina, dai capelli corti, era in divisa da fuciliere nordista, con berrettino schiacciato e visiera, fucile ad avancarica, non so se originale o riproduzione, giberna e buffetteria varia.

La biondina, capelli giallo paglierino, lunghi a coda di cavallo, era in divisa da cavalleggero sudista. Giacca corta bordata in oro, pantaloni a sbuffo , stivali, e anche lei berretto schiacciato con visiera, ma con ricamata una cornetta, simbolo della cavalleria leggera.

Era armata con pistola, nel fodero alla cintola, e sciabola.

Si, essendo un appassionato di divise militari, ed essendo un po’ miope, le ho osservate a lungo, per notarne ogni particolare.

Intorno vi era una folla di curiosi di imparare il gioco, ma ho avuto come l’impressione, che ai più, del gioco, non gliene fregasse nulla.

Stavo per dimenticarmi che, anche gli altri componenti del gruppo, erano equipaggiati con Splendide buffetterie ed gli equipaggiamenti, armi comprese.

Vi era infine un tavolo del vecchio Russian Campai della Avalon Hill con me stesso, e un’altro del recente Prussia’s glory sempre con il sottoscritto.

Insomma, ho dato una bella spallata alle medie statistiche sia sull’età media dei partecipanti sia sui tipi di giochi.

Il controllo dei passi agli ingressi era effettuato da gentili e graziose ragazze ma alle cui spalle erano piazzati esseri giganteschi dallo sguardo di brace, la cui vista rendeva tutti molto arrendevoli e disciplinati.

Tra tutti gli stand quello che attirava di più, come le sirene incontrate dal peloponnesiaco figlio di Laerte. era lo stand del Nando, ricolmo di ogni tentazione ludica. Quando gli ho detto che sono anni che volevo tornare a vedere il suo negozio lui mi ha risposto che non c’era bisogno avendo di fatto portato lui lì tutto il negozio……

In sostanza è stata una bella Convèntion, almeno per me che ho giocato sempre. Tale impegno non mi ha permesso di visionare abbastanza la manifestazione, ma ero la come giocatore e non come giornalista.

Come analisi devo constatare l’evoluzione della manifestazione che è passata da una organizzazione tesa principalmente a far “incontrare” gli appassionati del settore per una migliore diffusione del gioco (come la nostra RSM-CON) ad una manifestazione allo scopo di promuovere tutti i giochi. Non siamo ancora alle mega fiere americane o tedesche, prettamente commerciali, ma ad uno stadio intermedio ottimo comunque per una panoramica generale a livello di club e di nuove proposte.

Rimini 09.09.02

Enrico Granata